La lunga vita del libro: dalle origini al digitale

Il 23 aprile si celebra la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, un’occasione speciale per rendere omaggio a quell’oggetto straordinario che, da secoli, custodisce e trasmette il sapere umano: il libro.

Ripercorriamo insieme la storia del libro, dalle sue forme più antiche all’e-book, per capire come si è evoluto il modo di leggere — e scrivere.

1. Le origini: tavolette, rotoli, codici… e molto di più

I primi “libri” dell’umanità non erano affatto simili a quelli che conosciamo oggi, e non sempre erano fatti di parole scritte su carta. In effetti, la scrittura stessa era un’invenzione relativamente tardiva, e il desiderio di trasmettere informazioni, memorie e conoscenze ha preso forme molto diverse nelle varie culture.

Tavolette e rotoli: il sapere inciso

  • In Mesopotamia, si usavano tavolette d’argilla incise con scrittura cuneiforme, resistenti e durature.
  • In Egitto, il papiro permetteva la creazione di rotoli che potevano essere lunghi diversi metri, usati nei testi religiosi e amministrativi.
  • In Grecia e a Roma, la nascita del codex (libro con pagine cucite) rappresentò una vera rivoluzione: era maneggevole, pratico e consultabile rapidamente.

I quipu andini: il libro fatto di nodi

Molto prima dell’arrivo degli spagnoli, le popolazioni incaiche e preincaiche dell’America Latina utilizzavano un sistema straordinario per la registrazione delle informazioni: i quipu.

Erano cordicelle colorate con nodi, ognuna con posizione, colore e sequenza specifica, in grado di codificare dati numerici e – secondo alcuni studiosi – anche concetti narrativi.

Questo sistema permetteva di memorizzare censimenti, raccolti agricoli, cronache e altre informazioni essenziali, rappresentando una forma non alfabetica di “scrittura libraria”.

Libri su lino: gli etruschi e il “Liber Linteus”

Nel bacino del Mediterraneo, gli Etruschi – popolo raffinato e colto – usavano supporti particolari, come il lino. Il caso più famoso è il Liber Linteus, oggi conservato in Croazia.

Si tratta del più lungo testo etrusco esistente, scritto su fasce di tela di lino, successivamente riutilizzate come bende funerarie. Probabilmente era un calendario rituale o religioso.

Un libro antico, fragile e prezioso, che dimostra come la scrittura potesse adattarsi a materiali organici diversi dalla pergamena o dal papiro.

2. L’invenzione della stampa (1455): il libro moderno nasce a Magonza

Con Gutenberg e la sua Biblia Latina, stampata con caratteri mobili nel 1455, il libro entra nella sua età moderna. La stampa tipografica consente riproduzioni su larga scala, riducendo tempi e costi di produzione e diffondendo rapidamente la conoscenza in Europa.

La stampa fu motore della Riforma, dell’Illuminismo e della Rivoluzione scientifica.

3. I grandi editori del Cinquecento: Aldo Manuzio e la nascita del libro tascabile

Nel Cinquecento nasce la figura dell’editore moderno, con nomi leggendari come Aldo Manuzio a Venezia, che inventò il libro in formato portatile, leggibile ovunque, e introdusse l’italico (corsivo) come carattere tipografico.

I libri non erano più solo oggetti di prestigio: diventavano strumenti quotidiani per lo studio e il piacere della lettura.

4. L’editoria moderna: industrializzazione e democratizzazione della lettura

Dal XIX secolo in poi, l’avvento della stampa industriale, delle librerie popolari e dell’istruzione obbligatoria rese il libro accessibile a tutte le classi sociali. Nascono le prime collane editoriali e si affermano grandi gruppi editoriali in Europa e negli Stati Uniti.

I libri diventano strumenti di massa: romanzi d’appendice, manuali scolastici, enciclopedie e narrativa d’intrattenimento.

5. Il libro oggi: tra carta ed elettronica

Nel XXI secolo, il digitale ha rivoluzionato l’esperienza del libro. Sono nati gli e-book, gli audiolibri, e le piattaforme di self publishing, che offrono nuovi spazi espressivi agli autori. Tuttavia, il libro cartaceo resiste, grazie alla sua materialità, all’esperienza sensoriale della lettura e al suo valore culturale.

6. La salute del libro stampato

Nel 2024, il mercato dei libri a stampa in Italia ha registrato una leggera flessione. Le vendite nel settore trade (che include narrativa e saggistica per adulti e ragazzi) sono state pari a 103,987 milioni di copie, con un calo del 2,3% rispetto all’anno precedente. In termini di valore, il mercato ha raggiunto 1.533,8 milioni di euro, segnando una diminuzione dell’1,5% rispetto al 2023 (dati condivisi dall’Associazione Italiana Editori sulla base di un’indagine di NielsenIQ-GfK).​

Parallelamente, il settore digitale ha mostrato una crescita: gli e-book hanno generato un fatturato di 84,2 milioni di euro, con un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Gli audiolibri hanno raggiunto i 30 milioni di euro, registrando una crescita del 7,1% (da una ricerca condotta da NielsenIQ per Audible).

Nonostante la crescita del digitale, il libro cartaceo continua a rappresentare la parte predominante del mercato editoriale italiano.​

Nota personale: Ammetto che, per questioni di spazio e praticità, l’e-book offre indubbi vantaggi. Tuttavia, l’atmosfera unica del libro stampato — il profumo della carta, la sensazione delle pagine tra le dita — è, per me, impareggiabile.​

Curiosità dal mondo: il libro non sempre ha pagine

India antica
I testi sacri indù, come i Veda, erano scritti su foglie di palma, incise con uno stilo e poi legate con spaghi, formando dei fascicoli leggibili a scorrimento orizzontale.

Tibet
I testi buddhisti venivano copiati su fogli rettangolari sciolti, spesso custoditi in scatole lignee scolpite. La lettura era “a pile”, sfogliando le pagine una sopra l’altra, come un mazzo di carte.

Giappone
Nel periodo Heian, nasce il libro a fisarmonica, con pagine piegate a zig-zag, perfette per testi calligrafici e illustrati. Una forma che oggi ritroviamo nei leporelli (libro in cui le pagine sono unite tra loro e piegate a zig-zag, proprio come una fisarmonica).

Africa occidentale
In molte culture del Sahel, testi religiosi islamici venivano scritti su tavolette di legno, lavabili e riscrivibili: un metodo educativo interattivo e sostenibile.

Scrittura orale: il libro che vive nella memoria

Prima (e spesso anche accanto) alla scrittura, moltissime culture hanno trasmesso storie, leggi, genealogie e conoscenze oralmente. La scrittura orale è un’espressione che può sembrare contraddittoria, ma indica un insieme di tecniche narrative e mnemoniche utilizzate per conservare e trasmettere saperi.

Dalle epopee omeriche ai griot africani, dai canti epici indiani alle saghe nordiche, la parola viva era il “libro” di intere civiltà.

La cultura orale non è una forma primitiva di sapere: è strutturata, codificata e sofisticata, capace di evolversi pur mantenendo una forte coerenza interna. In alcune comunità indigene, l’oralità è ancora oggi il principale strumento di trasmissione della conoscenza.

Conclusione: leggere oggi è un atto di resistenza creativa

Il libro, da rotolo a codice, da stampa a schermo, continua a evolversi. La sua forma cambia, ma il suo cuore resta lo stesso: è un ponte tra le menti, uno strumento di libertà, una casa per le storie. Celebriamolo, ogni giorno.

Valentina Becattini – Tuo Editor e…