Gli accordi spezzati, edito da BastogiLibri, segna l’esordio narrativo di Roberto Maggi, poeta, biologo e grande amante della natura. E, come spesso accade negli esordi autentici, ciò che arriva al lettore non è semplicemente una storia, ma un prisma emotivo: frammenti di vite, accordi appunto «spezzati», che risuonano e si intrecciano in un’unica lunga indagine interiore.
La copertina, una fotografia in bianco e nero scattata dallo stesso autore, anticipa perfettamente il tono dell’opera: un uomo di spalle, una chitarra che pesa e consola, un ponte immerso nella notte; sullo sfondo, le luci della città e una montagna avvolta dalla nebbia. È un’immagine sospesa, malinconica, che sembra già raccontare un viaggio. E il romanzo – o meglio, questo crossover narrativo – è proprio un viaggio attraverso le pieghe intime dei suoi protagonisti, dei loro amori, delle loro fragilità, del loro incessante dialogo con se stessi.
Maggi sceglie una struttura insolita e affascinante: non capitoli, ma album. Ogni sezione trae ispirazione da un brano musicale preciso, diventando una sorta di partitura emotiva che orienta la narrazione e il lettore. La musica non è soltanto citazione: è chiave di lettura, atmosfera, commento poetico. Alla fine di ogni album, riflessioni liriche si distendono come eco degli stati d’animo appena attraversati. Il romanzo è scritto, dunque, come si ascolterebbe un disco: lentamente, cogliendo sfumature, lasciando sedimentare ciò che ciascun brano emotivo porta con sé.
Lo stile di Maggi è inevitabilmente poetico, ricercato, a tratti contemplativo. Il ritmo è pacato e riflessivo, simile a un’escursione nei boschi: ci si ferma spesso, si osserva, si respira, ci si lascia raggiungere dai pensieri. Questa lentezza non è mai un ostacolo: è parte integrante dell’esperienza, un modo per avvicinarsi con delicatezza ai sentimenti dei personaggi, che sono il vero cuore del libro.
Il volume si apre con una poesia di Fernando Pessoa, e non potrebbe esserci omaggio più coerente. È come se Maggi, scegliendo quelle parole, dichiarasse fin da subito quale sia il suo principale strumento di comunicazione: la poesia come voce, come compagna e come ponte verso l’altro.
Gli accordi spezzati è un romanzo che non si consuma, ma si attraversa. Parla d’amore, di perdita, di identità, di legami che curano e feriscono. È un’opera prima che colpisce per la sua sincerità e per la capacità di mantenere insieme scrittura lirica e introspezione psicologica. Un libro da leggere lentamente, lasciandosi accompagnare come da una melodia notturna, in cui ogni nota – anche la più imperfetta – trova la propria risonanza.


