Cosa sono le lingue naturali?
Le lingue naturali sono quelle nate spontaneamente nelle comunità umane lungo la storia, senza che qualcuno le abbia progettate a tavolino. L’italiano, il giapponese, il greco antico, lo swahili: tutte sono evoluzioni storiche di sistemi di comunicazione emersi per necessità sociali, politiche, commerciali e culturali.
Sono sistemi dinamici, vivi, soggetti a cambiamento. Pensiamo all’italiano: quello di oggi è molto diverso da quello che scriveva Petrarca, e ancora più distante dal volgare fiorentino di Dante. Eppure, condividono un DNA linguistico comune, che evolve con la società.
Le lingue artificiali: perché inventare un linguaggio?
Le lingue artificiali, invece, sono create intenzionalmente, con scopi precisi: semplificare la comunicazione internazionale, arricchire una narrazione fantastica, sperimentare teorie linguistiche.
Esperanto: utopia linguistica
L’Esperanto è la lingua artificiale più nota e diffusa. Inventata nel 1887 dal medico polacco Ludwik Zamenhof, mirava a diventare una lingua ausiliaria universale, neutrale e facile da apprendere. Nonostante non abbia mai raggiunto quel sogno, l’esperanto conta ancora oggi decine di migliaia di parlanti attivi, eventi internazionali e persino una letteratura propria.
Le lingue di Tolkien: dal Quenya al Nero Parlare
Nel mondo della narrativa, J.R.R. Tolkien rappresenta l’apice della linguistica immaginativa. Professore di filologia, creò vere e proprie lingue complete per le razze della sua Terra di Mezzo: il Quenya e il Sindarin per gli Elfi (ispirati al finlandese e al gallese), e il Nero Parlare di Mordor, lingua aspra e minacciosa creata da Sauron per unificare il male sotto un solo idioma.
Non si trattava di codici casuali: Tolkien partiva dalla fonetica e dalla grammatica per poi costruire vocabolari, storia linguistica, evoluzioni fonologiche. Le sue lingue sono vive all’interno della finzione, e veri linguisti le studiano con ammirazione.
Altre lingue artificiali notevoli
-
Klingon (da Star Trek): lingua guerriera, gutturale, con grammatica aliena creata da linguisti professionisti.
-
Dothraki e Alto Valyriano (Game of Thrones): sviluppate da David J. Peterson, oggi insegnate anche su Duolingo.
-
Lingua franca nova: progetto moderno per una lingua ausiliare con vocabolario neolatino semplificato.
Lingue vive e lingue morte
Un’altra distinzione fondamentale riguarda lo status vitale di una lingua.
-
Lingua viva: ha una comunità di parlanti nativi attivi (es. italiano, spagnolo, arabo).
-
Lingua morta: non ha più parlanti nativi, anche se può essere studiata o usata in contesti rituali (es. latino, sanscrito, sumero).
Attenzione: una lingua può essere morta ma non estinta. Il latino è una lingua morta, ma è ancora usata nella liturgia cattolica e studiata nelle scuole. L’ebraico, invece, è un caso unico: resuscitato dopo secoli come lingua ufficiale d’Israele, è tornato a essere vivo.
Quando una lingua vive… solo nei mondi immaginari
Le lingue artificiali create per mondi narrativi sono, tecnicamente, lingue morte (nessuno nasce parlando elfico). Ma alcune hanno comunità di appassionati che le parlano, scrivono poesie, organizzano corsi. Questo le rende culturalmente vive, anche se non biologicamente native.
Conclusione: un paesaggio linguistico in mutazione
Le lingue, come le mappe, riflettono i territori dell’anima umana: comunicazione, identità, immaginazione. Che siano nate nei vicoli di Firenze o nelle torri di Minas Tirith, esse modellano e riflettono mondi. Le lingue artificiali ci mostrano che parlare è un atto creativo, e ogni parola inventata è un piccolo atto di mondo.
📚Riferimenti bibliografici per approfondire
-
David Crystal, La rivoluzione della lingua. Come cambia l’inglese nel mondo globale, Il Saggiatore, 2010.
-
Tullio De Mauro, Storia linguistica dell’Italia unita, Laterza, 2011 (ristampa aggiornata).
-
Noam Chomsky, Saggi linguistici, Il Mulino, 1990.
-
Claudio Giovanardi, Lingue che muoiono, lingue che nascono, Carocci, 2003.
-
Nicholas Ostler, Le lingue del mondo. Una storia naturale dei linguaggi, Mondadori, 2013.
-
Umberto Eco, La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea, Laterza, 1993.
-
Sylvain Auroux (a cura di), Storia delle idee linguistiche, Laterza, 2005.
-
David Salo, A Gateway to Sindarin: A Grammar of an Elvish Language from J.R.R. Tolkien’s Lord of the Rings, University of Utah Press, 2004.
-
Mark Okrand, The Klingon Dictionary, Pocket Books, 1992.
-
David J. Peterson, The Art of Language Invention, Penguin Books, 2015.