Scegliere il punto di vista: la voce giusta per raccontare la tua storia

 

Hai mai pensato a chi sta raccontando davvero la tua storia? Non è una domanda banale: la scelta del punto di vista narrativo può fare la differenza tra un romanzo che vibra di vita e uno che rimane distante, asettico.
Il punto di vista (o POV – Point of View) non è solo una questione tecnica, ma una decisione stilistica e strategica, capace di determinare l’intimità, la tensione e il coinvolgimento emotivo del lettore.

Vediamo insieme le principali opzioni narrative – prima, seconda e terza persona – con vantaggi e limiti (anche per il lettore) e consigli su come sceglierle.


PRIMA PERSONA: “Io” sono la storia

La prima persona ci mette nei panni del protagonista, con uno sguardo filtrato dal suo vissuto, dai suoi pensieri e pregiudizi. È come leggere un diario, o ascoltare una confidenza.

Vantaggi:

  • Immersione totale nella psiche del personaggio

  • Tono autentico, personale, spesso riconoscibile e memorabile

Svantaggi:

  • Conoscenza limitata ai fatti noti al narratore

  • Rischio di monotonia se il personaggio non ha una voce forte

Esempio classico:
📘 “Chiamatemi Ismaele.”Moby Dick, H. Melville
Esempio moderno:
📗 “Mi chiamo Rachel. Ogni mattina prendo lo stesso treno.”La ragazza del treno, Paula Hawkins

Quando usarla:
Perfetta per romanzi psicologici, thriller, young adult, romanzi di formazione.

Consiglio: La prima persona è potente solo se il personaggio ha una voce originale. Non basta dire “Io”, serve avere qualcosa da dire in modo unico.


 SECONDA PERSONA: “Tu” sei il protagonista

Rara, audace, spesso riservata alla sperimentazione, la seconda persona chiama in causa direttamente il lettore, facendolo sentire protagonista attivo.

Vantaggi:

  • Coinvolgimento immediato e insolito

  • Sensazione immersiva, quasi da videogioco o diario interattivo

Svantaggi:

  • Difficile da sostenere su un romanzo intero

  • Può risultare forzata o innaturale

Esempio:
📘 “Ti svegli nella stanza sbagliata. C’è odore di fumo, ma non ricordi dove sei.”
Questo tipo di POV è stato usato in narrativa sperimentale (Italo Calvino, Jay McInerney) e nei racconti librogame (Scegli la tua avventura).

Quando usarla:
Ideale per racconti brevi, thriller psicologici, romanzi interattivi, scrittura sperimentale.

Consiglio: Usala se vuoi creare un legame diretto e disturbante tra lettore e storia. Ottima per storie che giocano con l’identità o la percezione.


 TERZA PERSONA LIMITATA: lui/lei… ma dentro la sua testa

Una delle forme più diffuse. Il narratore è esterno, ma entra nella testa di un personaggio alla volta, mostrando il mondo dal suo punto di vista.

Vantaggi:

  • Equilibrio tra vicinanza emotiva e visione esterna

  • Permette introspezione, senza perdere la struttura narrativa classica

Svantaggi:

  • Limitata a ciò che un solo personaggio sa o percepisce

  • Cambiare POV richiede una gestione attenta e coerenza

Esempio:
📘 “Elena guardò fuori dalla finestra, ignorando il cellulare che continuava a vibrare sul tavolo.”

Quando usarla:
Ottima per narrativa contemporanea, romance, gialli, fantasy focalizzati su un eroe.

Consiglio: Scegli un punto di vista per scena. Non saltare da una mente all’altra senza una cesura chiara.

 TERZA PERSONA ONNISCIENTE: lo sguardo dall’alto

Qui il narratore sa tutto: pensieri, emozioni, retroscena, eventi futuri. È un narratore “Dio”, che guida la storia dall’alto, con una voce che può essere anche molto presente.

Vantaggi:

  • Ampiezza narrativa e profondità

  • Possibilità di saltare tra luoghi, personaggi, piani temporali

Svantaggi:

  • Minore immedesimazione

  • Rischio di spiegare troppo (telling > showing)

Esempio:
📘 “Giorgio non sapeva ancora che quella sera avrebbe cambiato la sua vita. Ma Francesca, a pochi chilometri di distanza, stava già scrivendo il loro destino.”

Quando usarla:
Adatta a romanzi storici, saghe familiari, epopee corali, narrativa classica.

Consiglio: Mantieni una voce narrante coerente e forte, quasi autoriale. L’onniscienza va dosata con eleganza.


 VARIANTI E SPERIMENTAZIONI

Non esiste una regola fissa. Puoi:

  • Alternare prima persona multipla (es. thriller con più voci)

  • Usare un narratore non affidabile, che mente al lettore (vedi Fight Club)

  • Mescolare POV e tempi verbali, ma con criteri chiari e coerenza stilistica


✍️ ESERCIZIO PRATICO PER SCRITTORI

Prendi una breve scena (un litigio, un incontro, una scoperta) e riscrivila in:

  1. Prima persona

  2. Terza persona limitata

  3. Terza persona onnisciente

Confronta le tre versioni. Quale ti permette di dire di più, e quale coinvolge di più? Il punto di vista è anche un modo per capire chi ha davvero voce nella tua storia.


Conclusione: Chi racconta la tua storia?

Non esiste una scelta giusta in assoluto, ma c’è sempre un punto di vista più adatto al tipo di storia, tono e messaggio che vuoi trasmettere.
Fermati a riflettere: Chi è la voce più autentica per raccontare questa storia? La risposta potrebbe sorprenderti — e cambiare tutto.

Valentina Becattini – Tuo Editor e…

Struttura narrativa: i principali modelli per costruire una storia solida

Una buona storia non nasce mai per caso. Dietro ogni racconto avvincente, ogni romanzo indimenticabile o sceneggiatura di successo, si cela una struttura ben congegnata. Conoscere i principali modelli narrativi significa dotarsi di strumenti potenti per guidare l’immaginazione, gestire il ritmo e mantenere alta l’attenzione del lettore. In questo articolo esploriamo alcune delle strutture narrative più efficaci: dal classico viaggio dell’eroe alla flessibilità dell’inizio in medias res.


1. Il Viaggio dell’Eroe (The Hero’s Journey)

Reso celebre da Joseph Campbell nel suo saggio L’eroe dai mille volti e successivamente adattato da Christopher Vogler per il cinema, il viaggio dell’eroe è un modello universale, riconoscibile in miti, fiabe e film di successo.

Fasi principali:

I Mondo ordinario: il protagonista vive una routine.

II Chiamata all’avventura: un evento rompe l’equilibrio.

III Rifiuto della chiamata e incontro con il mentore.

IV Attraversamento della soglia: l’eroe entra nel mondo straordinario.

V Prove, alleati, nemici, fino alla prova centrale.

VI Ricompensa, ritorno con l’elisir, e trasformazione.

Ideale per: fantasy, fantascienza, narrativa epica, romanzi di formazione.


2. La Struttura in Tre Atti

Questa è forse la struttura più diffusa nel cinema e nella narrativa contemporanea. Semplice ma efficace, suddivide la storia in tre blocchi narrativi:

Primo Atto – Introduzione: presentazione dei personaggi, setting, conflitto iniziale.

Secondo Atto – Conflitto: sviluppo del problema, ostacoli crescenti, svolta centrale.

Terzo Atto – Risoluzione: climax e scioglimento.

Il secondo atto, spesso il più difficile da gestire, rappresenta circa il 50% dell’intera narrazione.

Ideale per: thriller, commedie romantiche, drammi psicologici.


3. In Medias Res

Dal latino “nel mezzo delle cose”, questo approccio consiste nell’iniziare la storia direttamente nel vivo dell’azione. I dettagli su passato e motivazioni vengono rivelati gradualmente, tramite flashback o dialoghi.

Vantaggi: cattura subito l’attenzione, crea suspense, stimola la curiosità.
Sfida: richiede una gestione precisa delle informazioni per evitare confusione.

Ideale per: noir, gialli, romanzi d’azione, narrativa sperimentale.


4. La Spirale o Struttura Circolare

Invece della classica linea retta (inizio, sviluppo, fine), questa struttura propone un ritorno ciclico: il personaggio torna al punto di partenza, ma trasformato. L’esempio perfetto è Il Piccolo Principe, ma anche molti romanzi psicologici o di crescita personale usano questa tecnica.

Ideale per: narrativa introspettiva, racconti esistenziali, storie con forti elementi simbolici.


5. La Struttura a Frammenti / Non lineare

Sempre più utilizzata nella narrativa contemporanea, questa struttura rompe la linearità temporale, alternando tempi, punti di vista o persino generi narrativi.

Ideale per: romanzi postmoderni, memoir, storie corali, letteratura sperimentale.


Conclusione

Non esiste una “struttura perfetta” valida per ogni storia, ma conoscere i modelli narrativi principali ti permette di scegliere consapevolmente l’architettura migliore per il tuo racconto. Una struttura solida è come uno scheletro ben formato: sostiene la narrazione, le dà equilibrio e libertà di muoversi senza crollare.

Consiglio finale: prendi ispirazione dai modelli, ma non restarne prigioniero. A volte, una grande storia nasce proprio dalla rottura delle regole — purché tu sappia bene quali stai rompendo.

Valentina Becattini – Tuo Editor e…