Show, don’t tell: cosa significa e come applicarlo

Uno dei mantra più noti nella scrittura creativa è “Show, don’t tell”. Ma cosa vuol dire davvero mostrare invece di raccontare? È un semplice vezzo stilistico o nasconde un principio narrativo fondamentale?

Cosa significa “Show, don’t tell”

“Show, don’t tell” invita l’autore a coinvolgere il lettore attraverso esperienze sensoriali, azioni e dialoghi, invece di spiegargli cosa accade o cosa prova un personaggio. Mostrare significa rendere tangibile e concreta un’emozione, un’atmosfera o una situazione, lasciando che il lettore la “veda” o la “senta”, invece di riceverla già interpretata.

Dire: “Marco era arrabbiato” è raccontare.
Scrivere: “Marco lanciò la tazza contro il muro, il volto paonazzo e le mani tremanti” è mostrare.

Perché è importante mostrare?

  • Crea immedesimazione: il lettore vive la scena insieme ai personaggi, non la osserva da fuori.

  • Aumenta la tensione narrativa: il non detto stimola la curiosità e il coinvolgimento.

  • Rende la scrittura più dinamica: invece di elenchi di informazioni, si creano momenti visivi e drammatici.

Esempi pratici: “Tell” vs “Show”

 ESEMPIO 1: STATO D’ANIMO

TELL:

Lucia era triste.

SHOW:

Lucia fissava la pioggia scivolare sul vetro. Da ore non toccava il tè, ormai freddo. Quando le chiesero se andava tutto bene, si limitò a un cenno del capo, senza sollevare lo sguardo.


ESEMPIO 2: RELAZIONE TRA PERSONAGGI

TELL:

Tra Giulia e Matteo c’era tensione.

SHOW:

Matteo allungò la mano per prendere il coltello, ma Giulia fu più veloce. Glielo porse senza guardarlo, le labbra serrate. Il silenzio tra loro era più denso dell’aria nella stanza.


ESEMPIO 3: AZIONE E URGENZA

TELL:

Luca aveva paura e scappò.

SHOW:

Il cuore di Luca tamburellava nel petto mentre correva tra i vicoli, voltandosi ogni pochi passi. Il respiro era corto, le gambe rigide come legno, ma non si fermò.


 Consigli per applicare il “Show, don’t tell”

  1. Usa i cinque sensi
    Non limitarti alla vista: odori, suoni, tatto e gusto arricchiscono la scena e la rendono immersiva.

  2. Sfrutta i dettagli rivelatori
    Un oggetto abbandonato, una piega nel vestito, una frase detta di sfuggita possono dire molto più di una descrizione esplicita.

  3. Ascolta i personaggi
    Il dialogo è uno degli strumenti più potenti per mostrare: cosa dicono, ma soprattutto cosa NON dicono.

  4. Attenzione al ritmo
    Mostrare richiede spazio e tempo. In certi casi (riassunti, passaggi secondari) il telling è utile. Il segreto è l’equilibrio.

Conclusione: quando mostrare e quando raccontare?

“Show, don’t tell” non è una legge assoluta, ma una strategia per rendere la scrittura più viva e cinematografica. Come ogni tecnica, va usata con consapevolezza. Il trucco è capire quali momenti meritano una lente d’ingrandimento narrativa, e quali invece possono essere raccontati rapidamente per non rallentare il flusso.

In sintesi: mostra quando vuoi che il lettore senta, racconta quando basta che sappia.

Valentina Becattini – Tuo Editor e…

Gli errori più comuni nei manoscritti (e come evitarli)

Scrivere un romanzo è un viaggio affascinante… ma disseminato di trappole.
A volte basta un dettaglio fuori posto per far perdere il ritmo, la credibilità o — peggio — l’interesse del lettore.

In questo articolo vediamo insieme alcuni errori frequenti nei manoscritti degli esordienti (e non solo) e qualche trucco per evitarli. Parliamo gdell’aspetto tecnico della scrittura, ma affronteremo (in un altro articolo) anche l’impostazione mentale dello scrittore, altrettanto importante per il successo della storia narrata.


1. Inizi poco coinvolgenti

Quante volte ti è capitato di leggere un incipit pieno di descrizioni, spiegazioni o premesse? Il rischio è che il lettore molli il libro prima ancora di incontrare i personaggi.

Cosa fare:

  • Parti da una scena interessante o da un momento di svolta.

  • Mostra subito il protagonista in azione.

  • Rimanda le spiegazioni: il lettore le scoprirà strada facendo.


2. Spiegazioni troppo lunghe (infodump)

Quando l’autore vuole “spiegare tutto”, spesso finisce per spegnere la curiosità.
Le informazioni servono, sì, ma vanno dosate come spezie: un pizzico per volta.

Come migliorare:

  • Inserisci i dettagli nel flusso della storia, senza bloccarla.

  • Affida le informazioni ai dialoghi o ai pensieri del protagonista.

  • Se ti chiedi “sto spiegando troppo?”, la risposta è quasi sempre: sì.


3. Dialoghi poco naturali

Un dialogo forzato suona come una recita scolastica. E il lettore lo capisce alla prima battuta.

Consigli utili:

  • Leggi i dialoghi ad alta voce: suonano veri?

  • Evita frasi in cui i personaggi si spiegano cose che già sanno.

  • Taglia i giri di parole: la gente, nella realtà, parla semplice.


4. Personaggi poco credibili

Stereotipi, figurine piatte, personaggi che sembrano fotocopiati da altri romanzi… tutto questo uccide l’interesse emotivo.

Come evitarlo:

  • Chiediti: cosa vuole davvero questo personaggio? E cosa teme?

  • Aggiungi difetti, contraddizioni, dubbi.

  • Fai in modo che cambi nel corso della storia.


5. Descrizioni troppo lunghe (o troppo brevi)

Le descrizioni servono a far vedere, sentire, toccare la storia.
Ma se diventano eccessive, rallentano. Se mancano del tutto, confondono.

Trova un equilibrio:

  • Usa i cinque sensi per rendere la scena vivida.

  • Concentrati su pochi dettagli significativi.

  • Alterna descrizione e azione per mantenere il ritmo.


6. Confusione nel punto di vista

Saltare da una testa all’altra senza avvisare è come cambiare guida in corsa: il lettore si disorienta.

Come gestirlo bene:

  • Scegli se scrivere in prima o terza persona (e con quale profondità).

  • Se cambi punto di vista, segnalalo chiaramente (nuovo paragrafo o capitolo).

  • Mantieni la coerenza all’interno della scena.


7. Troppi aggettivi e avverbi

“Corse velocemente” può diventare “schizzò fuori”.
Meno parole, più impatto.

Semplifica:

  • Usa verbi forti e precisi.

  • Riduci gli aggettivi: meglio uno azzeccato che tre generici.

  • Vai dritto al punto.


8. Finali affrettati o deboli

Hai scritto tutto il romanzo e poi… puff! Tutto si conclude in cinque righe. Un vero peccato.

Cosa tenere a mente:

  • Chiudi tutte le trame principali (non lasciarle evaporare).

  • Non correre: prenditi il tempo per un finale degno.

  • Punta a lasciare una sensazione forte nel lettore, anche dopo l’ultima pagina.


In conclusione

Scrivere bene significa riscrivere.
La prima stesura serve per buttare giù la storia, ma è con la revisione che il testo prende davvero forma.
Impara a rileggerti, a tagliare, a limare, a riscrivere con coraggio.
E — se puoi — fatti aiutare da occhi esterni: spesso vedono quello che a te sfugge.

Se stai scrivendo un romanzo (o l’hai appena finito) e vuoi un parere professionale, sincero e costruttivo, posso aiutarti.